Lo scopo principale del sistema di allenamento di un giocatore di tennis è il conseguimento della sua massima prestazione ed essa si concretizza attraverso la scalata a posizioni di vertice nel ranking del circuito ATP a livello maschile e WTA in quella femminile solo in seguito a vittorie e piazzamenti importanti nei tornei dello Slam, Master Series, ecc.
Partendo da questo scopo generale hanno origine gli obiettivi parziali delle singole tappe del processo di allenamento indirizzato a lungo termine. Questo sport, attualmente, è determinato da un ‘agguerrita concorrenza internazionale e da un livello delle prestazioni molto elevato e quindi per riuscire ad essere competitivo, il giocatore deve essere in possesso di notevoli capacità tecniche, tattiche e una combinazione di capacità fisiche e psichiche chedebbono essere al top del loro sviluppo.
In questo contesto l’organizzazione dell’allenamento giovanile per il raggiungimento delle massime prestazioni diventa determinante, almeno secondo le conoscenze attuali ,poichè se dovessero sussistere degli errori o delle mancanze in questo periodo di progettazione , con tutta probabilità, difficilmente si potranno raggiungere delle elevate prestazioni.
Le Fasi dell’Allenamento Giovanile
L’allenamento giovanile, sia di carattere tecnico-tattico sia condizionale, dovrebbe essere orientato verso il raggiungimento di una elevata prestazione nell’età della massima capacità; che in questo sport si colloca tra i 21 ei 26 anni; i valori relativi all’identificazione di questa età possono comunque variare leggermente a seconda chiaramente dei soggetti .
La determinazione ottimale dei limiti di età entro i quali, generalmente sono raggiunti i massimi risultati consentono di pianificare meglio il processo di allenamento e di collegare i periodi di preparazione con una successione organizzata, diretta al raggiungimento di elevate prestazioni.
Nell’allenamento giovanile come sistema, quindi, i contenuti della preparazione devono essere indirizzati secondo determinati principi (es. la gradualità nell’innalzamento del carico), e verso scopi stabiliti (ad es. priorità del lavoro diretto al miglioramento della tecnica nella tappa dai 10 ai 12 anni).
Solitamente un giocatore di alto livello inizia questo gioco intorno ai sei anni e termina l’attività poco più di 30 anni con una carriera che abbracciaun arco lunghissimo di oltre 24 anni.
L’allenamento controllato, suddiviso per tappe, inizia all’incirca verso i dieci anni e, a partire da questa età, occorrono 10-12 anni di lavoro sistematico per costruire un giocatore di alto livello.
Le varie tappe dell’intero decorso, che si differenziano per obiettivi, contenuti e metodi impiegati, sono strettamente collegati in successione, anche se non esiste un netto confine tra le varie tappe pluriennali di preparazione.
La tappa dei 6-10 anni
Allenamento dei Principianti
In generale l’apprendimento della tecnica si trova alla base dell’allenamento dei bambini.
Nella prima parte di questo periodo (fino a 8 anni) dovrebbe essere introdotto gradualmente l’apprendimento della forma grezza della tecnica di base in modo prevalentemente globale attraverso un’attività possibilmente ludica, in quanto, pur possedendo una elevata capacità di apprendimento, i ragazzi di questa età non hanno ancora la capacità di rimanere concentrati per lunghi periodi e di conservare a lungo quanto appreso. Pertanto, questo periodo non è particolarmente indicato per conseguire movimenti stabili, tentare, cioè, di automatizzarli con lo scopo di raggiungere un’abitudine motoria. Inoltre, la struttura dinamica con cui effettuano i movimenti (la forza veloce) non può essere ancora molto sviluppata in rapporto anche alla resistenza esterna dell’attrezzo (Racchetta),
Successivamente, soprattutto verso la fine (9-10 anni), dovrebbero verificarsi i primi tentativi di applicazione della tecnica con feedbach e correzioni.
La preparazione fisica assume una carattere multilaterale e polisportivo sia, attraverso lo sviluppo delle competenze coordinative generali (capacità d’equilibrio, ritmo ecc.) sia, tramite la pratica di altri sport, giochi sportivi con la palla(calcio,pallavolo,pallacanestro ) e sport individuali, (sci, judo e arti marziali in generale ) e soprattutto l’insieme delle specialità dell’atletica leggera che hanno il vantaggio di dare stimoli motori molto vari ai giovani.
Inoltre, inizia il rafforzamento della muscolatura posturale e disostegno, utilizzando, prevalentemente, forme ludiche di movimento.
La tappa dai 10 ai 12 anni
(Allenamento di Base)
L’allenamento di base crea le basi funzionali per la preparazione orientata verso il rendimento e per lo sviluppo sistematico delle massime prestazioni.
In questa fase si deve necessariamente tenere conto delle regolarità biologiche e pedagogiche dello sviluppo dei ragazzi.
Una scarsa crescita della statura e della massa corporea nell’età compresa fra i 10 ei 12 anni (1,60 cm e 50 kg e 1,59 cm e 47 kg rispettivamente, le misure relative a una statura e un peso medio nei giocatori di tennis maschi e nelle giocatrici femmine sotto 12 italiani) accompagnata dal miglioramento delle proporzioni e ad un aumento della forza, fanno si che il giovane giocatore sia in grado di controllare ad un livello molto elevato il proprio corpo; ciò è dovuto anche alla rapida maturazione degli organi preposti all’equilibrio e ai vari analizzatori che in questo periodo raggiungono quasi i valori dell’adulto (Demeter 1981).
E ‘questa l’età migliore della fanciullezza per l’apprendimento delle tecniche esecutivo dei fondamentali individuali che caratterizzano il gioco del tennis; quindi, nonostante i vincoli di tempo dovuti all’orario scolastico, bisogna dare necessariamente la priorità all’allenamento specifico del tennis.
L’allenamento fisico diventa più regolare rispetto alla precedente fase (8-10 anni); sono rappresentati gli obiettivi più importanti di questa fase dall’eliminazione di carenze muscolari (equilibrio muscolare, rafforzamento della muscolatura posturale e di sostegno, ecc ..) e dallo sviluppo multilaterale delle capacità fisiche.
La tappa dai 12 ai 14 anni
(Allenamento di Formazione)
L’allenamento di formazione crea i presupposti specifici del rendimento che dovranno essere conseguiti ancora prevalentemente sulla base di una formazione multifunzionale e multilaterale.
La prima fase puberale inizia rispettivamente
per le femmine tra il 11 ° e il 12 ° anno e e dura circa fino al 13 ° / 14 ° anno di età
per i maschi tra il 12 ° e il 13 ° anno e dura fino al 14 ° / 15 ° anno di età.
In questo periodo l’organismo dei giocatori e delle giocatrici si modifica rispetto all’infanzia: inizia la maturazione sessuale che alimenta in misura notevole
l’instabilità ormonale; cambiano rapidamente anche le proporzioni corporee e le lamine epifisarie subiscono una serie di cambiamenti morfologici che diminuiscono la loro portata meccanica; sul piano osteo- articolare la crescita esponenziale si accompagna ad una grande fragilità e può provocare dolori cronici (esempio: al livello del ginocchio, la malattia di Osgodon Slatter), il forte aumento annuo della statura sia del peso corporeo, (alla fine del 14 ° anno i giocatori maschi italiani aumentano mediamente di 12 cm la loro statura e di 11 kg il peso rispetto al 12 ° anno, 6 cm di statura e 9 kg. di peso sono, invece, i valori medi delle giocatrici femmine rispetto al 12 ° anno) provoca una notevole peggioramento del rapporto peso-potenza, producendo così una diminuzione delle capacità coordinative.
Dal punto di vista metodologico, però, si dovrà, comunque, necessariamente continuare l’affinamento e il consolidamento della tecnica già acquisita, mentre per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità condizionali la prima fase della pubertà è sicuramente l’età della maggiore allenabilità.
L’allenamento fisico diviene progressivamente più regolare, sono migliorati qualità fondamentali del giocatore, soprattutto la velocità, lo sviluppo muscolare diviene più mirato; al fine di evitare infortuni vengono perfezionate le tecniche di base degli esercizi di rafforzamento muscolare (con o senza carico). Continua, inoltre, il rafforzamento della muscolatura posturale e di sostegno evitando che si sviluppino squilibri muscolari attraverso un allenamento integrativo o compensativo della forza.
La tappa dai 14 ai 16 anni
(Allenamento di Formazione -Seconda fase)
Generalmente la seconda fase puberale (adolescenza) inizia nelle femmine a 13/14 e dura fino a 17/18 anni, mentre nei maschi inizia una 14/15 e dura fino ai 18/19 anni.
Essa rappresenta la fine del processo di sviluppo ed è caratterizzata da una diminuzione di tutti i parametri di crescita; al 16 ° anno la statura nei maschi raggiunge circa il 98% di quella il finale mentre nelle femmine raggiunge oltre il 99%.
La crescita in lunghezza viene sostituita da un aumento in larghezza per cui si raggiunge un’armonizzazione delle proporzioni; ciò consente un ulteriore sviluppo delle capacità coordinative.
Questa tappa, dopo quella relativa ai 10/12 anni, rappresenta un’ulteriore fase nella quale vi sono i presupposti più favorevoli per migliorare e affinare la tecnica ad un livello più elevato.
Dal punto di vista della preparazione fisica nella prima fase dell’adoloscenza (14-16 anni) l’allenamento rimane poliedrico e multilaterale favorendo soprattutto lo sviluppo della velocità, mentre per la seconda fase (17-18 anni ) valgono gli stessi principi dell’allenamento di alto livello, che si differenzia per la metodica riguardante soprattutto i carichi di lavoro sostanzialmente minori.
L’allenamento organico-muscolare nei giovani
Le capacità fisiche o organico-muscolari, come vengono solitamente indicate,rappresentano un presupposto determinante della prestazione in numerosi sport, comprese quelle discipline in cui il successo dipende in modo elevato dalla padronanza di complesse abilità tecnico-tattiche, come avviene ad esempio nel tennis.
Nella pratica e nella teoria di allenamento vengono solitamente distinte le seguenti capacità: forza, resistenza, velocità, mobilità articolare. L’allenamento nei giovani atleti provoca un aumento molto rapido della capacità di prestazione; esso viene assolto con più efficacia se si tiene conto che vi sono dei periodi in cui determinati apparati e sistemi organici dei bambini e dei giovani compiono un “salto” abbastanza notevole nel loro sviluppo morfologico e nella loro maturità funzionale aumentandocosi di molto la loro capacità di rendimento.(Tschiene 1985) Di conseguenza analizzeremo brevemente le cosiddette fasi sensibili dello sviluppo delle capacità organico-muscolari, anche se non è ancora stata dimostrata con sufficiente precisione l’esistenza di queste “fasi critiche“nello sviluppo dell’uomo.
La Velocità
Nelle condizioni proprie dell’attività sportiva, l’atleta che lotta contro la forza di gravità e quelle d’inerzia per superare un complesso di opposizioni (resistenze ) esterne e interne, nella maggior parte dei casi si sforza di realizzare il più velocemente possibile i compiti di movimento, cioè di risolvere più velocemente possibile i problemi motori posti dall’attività che sta svolgendo. Per cui la velocità d’esecuzione dei movimenti si dimostra la caratteristica principale della maestria dell’atleta e,di conseguenza, il principale criterio dell’efficacia dell’allenamento, nel suo insieme (Verchosanskij J. 1999). La velocità è una capacità complessa che, di solito, per motivi di ordine metodologico e di allenamento, viene inclusa fra le capacità organico-muscolari; essa, invece, dovrebbe essere annoverata fra le capacità coordinative, in quanto, la capacità di eseguire movimenti veloci si basa, anche, su abilità e coordinazione specifiche. In generale i contenuti dell’allenamento della velocità sono costituiti da esercizi di coordinazione semplici, da esercizi di reattività ( al centro il repertorio degli esercizi dei velocisti dell’atletica leggera), scatti in linea, laterali e multidirezionali, esercizi ad alta frequenza ecc. meglio se effettuati soprattutto sotto forma di gioco (es. staffetta, esercizi a coppie ecc.).
Fra i 9 e i 10 anni la velocità è particolarmente pronunciata sotto forma di elevata frequenza motoria, in questa età possono, inoltre, essere effettuati esercizi e giochi per migliorare la velocità di reazione (variando, ad esempio, sia, le posizioni iniziali di partenza, sia i segnali) .
La capacità di eseguire movimenti veloci con tutto il corpo o con singoli parti di esso è notevolmente influenzata dallo sviluppo della forza veloce che avviene durante la prima fase puberale dai 13 ai 15 anni. Ciò vale, soprattutto, per i movimenti veloci eseguiti contro resistenze esterne relativamente forti come, ad esempio, nell’accelerazione di partenza per recuperare una smorzata o un pallonetto, nei salti per effettuare uno smash, ma anche in tutti i tipi di tecniche che permettono di accelerare un attrezzo.
La Forza
La forza, nelle sue diverse modalità di espressione, rappresenta una componente importante della capacità di prestazione di un tennista. In generale nel tennis prevalgono movimenti dinamici, esplosivi, che richiedono una muscolatura piuttosto sviluppata; nella pratica la forza veloce è la caratteristica fondamentale delle capacità organico-muscolari nel periodo che va
dai 6 ai 14 anni
La forza veloce, nel suo sviluppo e nella sua applicazione, è strettamente collegata alla velocità, per cui viene catalogata fra quelle capacità motorie complesse, come la forza di salto o di lancio, in cui predominano la forza e la velocità di contrazione delle fibre muscolari dovute soprattutto ad una grande attivazione nervosa. A ciò si aggiunge la capacità reattiva dei muscoli, cioè la loro reazione alla tensione precedente la contrazione, che provoca una maggiore esplicazione della forza contro la resistenza esterna.(Tschiene 1985)
Nella fascia di età dai 10 ai 12 anni la maggior parte dell’allenamento si presenta ancora prevalentemente sotto forma di gioco, tuttavia il programma di potenziamento generico si può ampliare verso gli esercizi nei quali si deve superare il proprio peso corporeo, oppure nei quali si applicano pesi addizionali di lieve entità, come ad esempio nei lanci con palle mediche variando anche il peso.
. Nella fascia che va dai 12/13 fino ai 13/14 o 14/15 l’aumento improvviso dell’ormone testosterone, soprattutto nei ragazzi, migliora molto la disponibilità all’allenamento della forza che interessa sia gli arti inferiori che superiori.
Lo sviluppo della forza di salto nei test è molto elevato nei ragazzi dai 14 ai 15 anni, mentre nelle ragazze dai 9 ai 12 e dai 13 ai 14 anni. I ragazzi, quindi, raggiungono un’ elevato incremento della forza a partire dai 13- 14 anni, il minore verso gli 11 anni. Le ragazze invece hanno un incremento elevato della forza verso gli 11 anni per cui momentaneamente sono a volte più forti dei ragazzi.
Bisogna tuttavia tener conto che lo sviluppo della maturazione sessuale gioca un ruolo più importante nei valori dei test piuttosto che l’età cronologica. In queste età, inoltre, diventa basilare l’allenamento integrativo della forza per compensare uno sviluppo unilaterale della muscolatura di propulsione, che diventa sempre più potente, con conseguente indebolimento dei gruppi muscolari antagonisti e posturali.
A lungo termine questa situazione può provocare infortuni di vario tipo che possono influenzare in modo drammatico la carriera di un giocatore.
Dai 14/15 fino ai 16/17 o 17/18 il sistema scheletrico comincia a stabilizzarsi, si possono utilizzare in parte gli esercizi e i metodi d’allenamento che vengono usati nell’allenamento degli adulti, (17/18 anni) ma ad una intensità non molto elevata.
La Resistenza Aerobica
In età precedenti alla pubertà i bambini di entrambi i sessi hanno una condizione circolatoria equilibrata: non reagiscono negativamente a dei carichi di resistenza aerobica, ma non manifestano ancora degli effetti “vantaggiosi” dell’allenamento.
Nell’età puberale, parallelamente alla statura e al peso, si manifesta un aumento della capacità aerobica con relativo incremento del massimo consumo di ossigeno, per cui i giovani sono particolarmente adatti a sforzi di resistenza aerobica sia dal punto di vista cardiopolmonare, sia da un punto di vista metabolico (Weineck 2001).Tuttavia nell’ avviare un ragazzo ad un allenamento di resistenza vi possono essere problemi più che altro legati alla motivazione dovuta alla monotonia che può sorgere in sforzi prolungati; di conseguenza la durata del carico rimane problematica fino ai 12 anni.
La Capacità Anaerobica
La capacità anaerobica è poco sviluppata nei bambini e aumenta lentamente durante la crescita. Gli studi di Lehamann (1980) dimostrano che nei bambini gli sforzi anaerobici provocano (in dipendenza dell’aumento della concentrazione di lattato) un aumento del tasso delle catecolamine (adrenalina e noradrenalina) di oltre 10 volte. L’aumento elevato degli ormoni dello stress è considerato non fisiologico e, quindi , non adeguato all’età. Inoltre, l’attività degli enzimi glicolitici, soprattutto dell’enzima fosfofruttochinasi, sono minori nei bambini rispetto all’adulto e soltanto nel corso dello sviluppo aumentano. .
All’inizio della pubertà (14/15 anni per i maschi e a 13/14 anni per le femmine) lo sviluppo della capacità anaerobica, soprattutto a causa dell’ aumento piuttosto importante del testosterone, subisce un’accelerazione abbastanza accentuata.
La Mobilità Articolare
La mobilità articolare è la capacità fisica che permette di eseguire movimenti con un’elevata ampiezza degli arti e dell’apparato di sostegno.Essa è legata in parte all’escursione delle articolazioni e in parte alla capacità di allungamento dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.
A partire dai 10 anni la flessibilità della spalla, delle articolazioni dell’anca e della colonna vertebrale aumentano ancora in misura nella quale viene esercitata (Meinel 1976). Il lavoro più importante dovrebbe svolgersi in questo periodo, in quanto più tardi l’allenamento difficilmente riuscirà a incrementare ancora la flessibilità, ma solo per mantenere il livello raggiunto (Zaciorskij 1973).
Con la prima fase puberale la statura raggiunge velocemente valori elevati: in questa fase si nota un peggioramento della flessibilità conseguentemente il suo allenamento diventa piuttosto importante.